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Faenza, Roberto.

Scrittore e regista cinematografico italiano. Diplomatosi in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel 1965, nel 1970 si laureò in Scienze politiche all'università di Pisa. Dopo alcune esperienze nel cortometraggio, nel 1968 esordì nella regia con il film Escalation, aspro apologo contro la società capitalistica, seguito nel 1969 da H2S, bizzarra favola fantascientifica impregnata di utopismo antitecnologico. Interrotta per alcuni anni l'attività cinematografica, F. si interessò di controinformazione, interrogandosi sui meccanismi dei mass-media (pubblicò sull'argomento i libri di notevole interesse Senza chiedere permesso, 1973; Fanfan la tivù, 1974; Tra abbondanza e compromesso, 1975). Fu inoltre docente di Sociologia delle comunicazioni alle università di Washington - dove fu direttore del Centro di Sperimentazione per la televisione via cavo - e di Pisa. Nel 1975 fu tra i fondatori di Radio Bologna, la prima emittente radio democratica e cittadina. Dopo una pausa di otto anni, ritornò nuovamente alla regia, girando Forza Italia! (1977), feroce satira sul potere politico che ripercorre un trentennio di storia del nostro Paese, che rimase censurato per 15 anni; aspramente satirico fu anche il successivo Si salvi chi vuole (1980). Regista essenziale e duro, capace nello stesso tempo di commuovere con estrema delicatezza e maestria, dopo il thriller Copkiller (1983) F. diresse pellicole in cui manifestò il gusto della trasposizione cinematografica di testi letterari: Mio caro dottor Gräsler (1990), dal racconto di Arthur Schnitzler Il dottor Gräsler medico termale; Jona che visse nella balena (1993), dal libro di Jona Oberski; Anni d'infanzia, con cui vinse il David di Donatello; Sostiene Pereira (1995), dall'omonimo romanzo di Antonio Tabucchi; Marianna Ucrìa (1997), tratto dall'opera omonima di Dacia Maraini; L'amante perduto (1999), dal romanzo di Abraham B. Yehoshua L'amante. Realizzò quindi i film Prendimi l'anima (2003), che prese spunto dal carteggio tra Sabrina Spielrein e i padri della psicoanalisi Freud e Jung; Alla luce del sole (2004), sulla vita di don Giuseppe Puglisi; I giorni dell’abbandono (2005), parabola sulla fragilità dei rapporti interpersonali (n. Torino 1943).